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L’anatocismo bancario si ha quando un istituto bancario fa maturare interessi a partire da interessi scaduti e non pagati. 

Che cos’è l’anatocismo bancario?

Il termine anatocismo deriva dal greco antico, dalla preposizione “ana-“, che vuol dire “sopra”, e dalla parola “tokismos”, che può essere tradotta con “interessi” oppure “usura”. Nella terminologia bancaria, quindi, la parola anatocismo indica la maturazione di interessi a partire da interessi che sono scaduti e risultano non essere pagati. Questa condizione viene chiamata capitalizzazione, e quando gli interessi si producono a partire da interessi scaduti, si parla di interessi composti.


L’anatocismo bancario ha origine dal periodo in cui le banche hanno iniziato a richiedere ai debitori il pagamento trimestrale degli interessi in contratti di scoperto di conto corrente. Le persone e le aziende, per ottenere denaro liquido, si rivolgono alle banche per ottenere finanziamenti noti come “fidi”. Sugli importi finanziati dalla banca si accumulano interessi debitori. Se questi non vengono pagati entro la scadenza, si attiva l’anatocismo, con gli interessi successivi calcolati non solo sulla somma principale del debito, ma anche sugli interessi scaduti e non pagati. In pratica, questa pratica può portare a un aumento significativo del debito complessivo.

In che modo le banche capitalizzano gli interessi?

Le banche capitalizzano gli interessi ma con alcune limitazioni ben definite dall’articolo 1283 del codice civile. In primo luogo, se su un credito sono maturati interessi che non sono stati pagati entro la scadenza, la banca può iniziare a calcolare gli interessi su quello che viene definito montante totale, ovvero il capitale più gli interessi, a partire dal giorno della richiesta giudiziale.

In secondo luogo, le banche possono capitalizzare gli interessi se le parti hanno concordato nel contratto che, in caso di mancato pagamento degli interessi scaduti, si calcolino nuovi interessi su tali importi. In entrambi i casi, è essenziale che la data di decorrenza per il calcolo degli interessi sia almeno di sei mesi. Queste restrizioni mirano a regolare la pratica della capitalizzazione degli interessi per garantire una certa equità e trasparenza.

Quando si verifica I’anatocismo bancario?

Cerchiamo allora di esporre il concetto di anatocismo bancario con due esempi concreti. Immaginiamo una persona che ha un finanziamento bancario di 10.000 euro con un tasso di interesse del 5% annuo. Se la scadenza per il pagamento degli interessi è trimestrale e la persona non paga gli interessi entro la scadenza, la banca potrebbe applicare l’anatocismo. In tal caso, gli interessi non pagati verrebbero aggiunti al capitale originale, e gli interessi successivi sarebbero calcolati non solo sulla somma principale ma anche sugli interessi scaduti e non pagati. E il costo del prestito lieviterebbe.

Oppure, supponiamo che un’azienda abbia ottenuto un prestito bancario di 50.000 euro con un tasso di interesse del 6%. Nel contratto, si specifica che se gli interessi non vengono saldati entro sei mesi dalla scadenza, si attiverà l’anatocismo. Se l’azienda non paga gli interessi entro il periodo previsto, la banca potrebbe iniziare a calcolare nuovi interessi non solo sulla somma principale ma anche sugli interessi scaduti e non pagati, con conseguente aumento significativo del debito complessivo.

Come si calcola I’anatocismo bancario?

Il calcolo avviene come segue: un privato ha in prestito dalla banca 5.000 euro, con un tasso di interesse del 2% su base annua. Se il cliente non paga gli interessi scaduti entro il periodo previsto, la banca applicherà l’anatocismo.

In questo caso, alla fine del primo anno avremmo 5.000 euro + (5.000 euro moltiplicati del 2%) = 5.100 euro. Se il cliente non paga gli interessi di 100 euro entro la scadenza, la banca applica l’anatocismo nel secondo anno, calcolando gli interessi non solo sul capitale iniziale ma anche sugli interessi scaduti. Quindi, alla fine del secondo anno avremmo 5.100 euro + (5.100 euro moltiplicati del 2%) = 5.201 euro.

Cosa fare in caso di anatocismo?

Per recuperare gli interessi di anatocismo sono possibili diverse strade. Il primo passo è richiedere alla propria banca un estratto conto analitico, che consenta di verificare la corretta applicazione delle condizioni contrattuali. Nel caso sorgessero dei dubbi o ci fossero margini per una contestazione, è possibile richiedere la mediazione dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), una figura a cui il cliente può rivolgersi gratuitamente per risolvere le controversie con le banche.

Se anche l’ABF non determina alcun risultato, il ricorso al Tribunale può essere l’opzione successiva. In particolare, il giudice può ordinare alla banca di rimborsare gli importi indebitamente prelevati e di adeguarsi alle normative vigenti in tema di interessi. In quest’ultima opzione, solitamente, possono trascorrere fino a due anni affinché la causa sia vinta e avvenga il rimborso effettivo.

 

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