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La messa in mora è il sollecito di un pagamento che risulta scaduto, da parte del creditore al debitore.  Come avviene questo atto formale, e quali conseguenze determina per il debitore?

Cos’è una messa in mora?

La messa in mora è una richiesta in forma scritta che il creditore invia al debitore. Con questa richiesta viene intimato l’adempimento di una obbligazione, ad esempio il pagamento di un debito o di un prestito, entro uno specifico arco di tempo. Scaduto questo tempo, il creditore agirà in sede legale.

Solitamente, viene inviata una lettera di messa in mora quando un debitore non ha restituito nei tempi stabiliti l’importo di un mutuo, prestito o finanziamento. Va precisato che affinché un debitore risulti inadempiente, non è necessario l’invio di questa lettera. La sua funzione principale è quindi evitare che una eventuale prescrizione renda il credito non più esigibile da parte del creditore.

Come avviene la notifica della messa in mora?

La lettera di messa in mora può essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure con pec, ovvero posta elettronica certificata, che ha lo stesso identico valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno.

A regolare dal punto di vista legale la messa in mora, c’è l’articolo 1219 del Codice Civile, e seguenti.

Cosa contiene la messa in mora?

Generalmente, una lettera di messa in mora deve includere:

  • intestazione e dati del mittente e del destinatario: il mittente e il destinatario devono essere chiaramente identificabili con i rispettivi dati personali o aziendali
  • oggetto della lettera: deve indicare che si tratta di una messa in mora
  • riferimento al contratto o all’obbligazione: è necessario specificare il contratto, il documento o la situazione a cui si fa riferimento e che è alla base dell’obbligazione non adempiuta
  • descrizione del mancato adempimento: occorre descrivere con precisione in cosa consiste il mancato adempimento. Ad esempio un pagamento non eseguito o una consegna non avvenuta
  • importo del debito, se applicabile: se si tratta di una somma di denaro è importante specificare l’importo esatto
  • avvertimento delle conseguenze: la lettera deve chiaramente indicare le conseguenze che il debitore affronterà in caso di mancato pagamento nel termine di tempo concesso
  • termine entro il quale il debito deve essere saldato: la lettera deve dare un termine preciso, di norma non inferiore ai 15 giorni, entro il quale il destinatario deve adempiere all’obbligazione
  • modalità con cui si richiede l’adempimento: occorre indicare come deve avvenire il pagamento, ad esempio tramite bonifico bancario, consegna di un bene
  • data e luogo di emissione della lettera: questi dati servono ad attestare il momento e il luogo in cui la richiesta di adempimento è stata formalizzata
  • firma del mittente: una firma del creditore o del suo rappresentante legale è essenziale per dare validità alla comunicazione. La firma può essere anche digitale.

Cosa succede se non pago dopo la messa in mora?

Se il debitore si ritrova a non adempiere quanto indicato in una lettera di messa in mora, solitamente si presentano le seguenti conseguenze:

  • ingiunzione di pagamento. In questo caso, dal momento in cui viene depositato il ricorso nelle sedi competenti, trascorrono 40 giorni che, in base all’articolo 641 del Codice Civile, possono essere ridotti a 10 o aumentati ad un massimo di 60
  • pignoramento. Il pignoramento avviene entro un arco compreso tra i 4 e i 6 mesi. Possono essere pignorati siai beni mobili, come conti correnti ad esempio, gioielli oppure macchine, quanto i beni cosiddetti immobili, come terreni o case
  • cessione del credito. È altrettanto possibile che l’istituto di credito o la finanziaria cedano il debito non pagato a società di recupero crediti.

Quando non si è restituita una certa somma di denaro  ad una banca o ad una finanziaria, si è segnalati come cattivi pagatori in CRIF, la Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria.

Cosa si fa dopo la messa in mora?

Se, dopo la messa in mora, il debitore non salda il proprio debito né fornisce una risposta, il creditore può chiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo.

Le implicazioni di un decreto ingiuntivo possono essere molto gravi per il debitore. I

n primo luogo, tale decreto diventa un titolo esecutivo, che consente al creditore di avviare azioni legali per il recupero del credito.

Tra queste azioni vi è il pignoramento dei beni mobili e immobili del debitore, che possono essere confiscati e venduti all’asta per soddisfare il credito.

Anche il conto bancario del debitore può essere congelato, impedendogli di utilizzare i propri fondi. Inoltre, il creditore può richiedere il pignoramento della retribuzione o della pensione, con una trattenuta diretta alla fonte fino al completo pagamento del debito.

Le azioni esecutive non solo limitano la capacità del debitore di gestire le proprie finanze quotidiane, ma possono anche avere ripercussioni a lungo termine, come l’iscrizione nei registri dei cattivi pagatori, rendendo difficile l’accesso al credito in futuro.

Quanto dura la costituzione in mora?

La messa in mora non prevede una durata fissa e predeterminata.

In genere, viene stabilito un termine di 15 giorni entro il quale il debitore è tenuto ad adempiere all’obbligazione, ma questo periodo può variare in base alla natura dell’accordo o del contratto in questione. Pertanto, i 15 giorni rappresentano solo una scadenza indicativa, che può essere modificata a seconda delle specifiche circostanze e delle esigenze legate alla prestazione.

Come gestire una messa in mora?

Se ti trovi nella difficile situazione di non riuscire più a gestire il pagamento delle rate dei tuoi prestiti, sappi che esistono diverse soluzioni finanziarie in grado di aiutarti a ridurre il peso dei tuoi debiti. Non sei solo, e ci sono opzioni per alleggerire la tua situazione, consentendoti di estinguere i debiti con un importo significativamente inferiore rispetto a quello originariamente dovuto.

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