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È possibile ritrovarsi a dover pagare dei debiti ereditari, ma quali sono e chi deve pagarli?
Ereditare debiti è una possibilità non particolarmente remota, e può mettere a rischio le proprie finanze e i risparmi, specie quando si tratta di pendenze di tipo fiscale o tributario, o se le obbligazioni sono riconducibili a mutui o prestiti. Cosa fare in simili circostanze?

I debiti si ereditano?

I debiti ereditari possono essere definiti come i debiti finanziari lasciati da una persona al momento della sua scomparsa. Questi debiti comprendono sia quelli esistenti al momento della scomparsa, sia gli interessi accumulati in seguito all’apertura della successione.

La legge italiana stabilisce, negli articoli 752 e successivi del Codice di Procedura Civile, la distribuzione di questi debiti e dà inoltre indicazioni su come gli eredi possono non pagarli. Va poi ricordata una sentenza 5473 della Corte di Cassazione del 2008, secondo la quale i debiti ereditari includono tutti quelli che gravano sul defunto al momento della sua morte. A questi debiti vanno quindi aggiunti gli interessi che derivano dai debiti accumulati dopo la morte.

Ci sono quindi alcuni debiti personali e non trasmissibili, come le pene pecuniarie, che non ricadono tra i debiti che gli eredi sono tenuti a pagare.

Quando scompare una persona, i potenziali eredi sono esclusivamente “chiamati”. Questo vuol dire che non hanno alcun tipo di obbligo rispetto ai debiti dello scomparso. Il chiamato può decidere di:

  • accettare l’eredità, inclusi i debiti
  • rinunciare, evitando ogni responsabilità debitoria
  • accettare con beneficio d’inventario.

Nel terzo caso, dovranno essere saldati i debiti solo nella misura in cui sono coperti dal valore dell’attivo ereditario, ovvero l’insieme dei beni mobili e immobili, il denaro, i titoli al portatore. Queste scelte devono essere formalizzate, con un atto stipulato dal notaio, come nel caso dell’accettazione con beneficio d’inventario. Il chiamato, a norma di legge, ha a disposizione dieci anni per decidere come disporre dell’eredità.

Il principio dell’obbligazione pro quota

È tuttavia possibile rispondere, alla domanda su quali debiti effettivamente si trasmettono agli eredi, applicando il principio della obbligazione pro quota previsto dall’articolo 754 del Codice di Procedura Civile.

Secondo questo principio, i creditori della persona scomparsa hanno il diritto di chiedere, al singolo erede, esclusivamente il pagamento della quota di debito che corrisponde alla quota di eredità. In caso di debiti tributari, però, è possibile che la richiesta di pagamento del debito venga fatta ad un solo erede, come prevede l’articolo 65 del D.P.R. 600/73.

Quali sono i debiti non trasmissibili?

Per decidere se accettare o meno una eredità, magari con beneficio d’inventario, è allora opportuno sapere quali sono i debiti trasmissibili, ovvero cosa l’erede non è tenuto a pagare, per conto della persona scomparsa, secondo la legge.

Alcuni debiti, infatti, non sono trasmissibili agli eredi quando si accetta un’eredità. In generale la regola, è che accettando di diventare eredi si assumono anche i debiti del defunto, compresi patrimonio immobiliare, liquidità e altri beni. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola

Prima di tutto non sono trasmissibili i debiti prescritti, che per legge non possono essere richiesti agli eredi. Poi ci sono le cosiddette obbligazioni naturali, come i debiti di gioco. Anche questi debiti non si trasmettono agli eredi. Altri debiti non trasmissibili includono quelli derivanti da contratti basati su “intuitu personae”: si sta parlando di contratti di lavoro di tipo subordinato, per esempio, o i contratti d’opera. Le sanzioni amministrative di vario tipo, ad esempio fiscali e tributarie, non sono trasmissibili.

Gli assegni di mantenimento cessano con la morte del debitore e le sanzioni penali, tranne in casi specifici come l’abuso edilizio, non coinvolgono gli eredi. Tuttavia, debiti come quelli fiscali devono essere pagati dagli eredi che accettano l’eredità, ma le sanzioni collegate possono essere escluse.

Alcuni esempi di debiti trasmissibili

Per fare una breve esemplificazione, ecco un campionario di eventuali debiti che un erede è tenuto a pagare:

  • cartelle esattoriali
  • mutui
  • prestiti
  • arretrati delle spese condominiali
  • fatture scadute
  • garanzie sottoscritte alle banche.
In che modo sono ripartiti i debiti ereditari?

Secondo l’articolo 752 del codice civile, i debiti ereditari sono divisi tra i coeredi in base alle loro parti di eredità, a meno che il defunto non abbia deciso diversamente. Questa divisione avviene automaticamente quando si apre l’eredità, senza creare una condivisione tra gli eredi. Questo sistema protegge i creditori, consentendo loro di chiedere il pagamento del loro credito esigibile subito, senza dover aspettare che tutta l’eredità sia divisa.

La legge, in ogni caso, specifica che la persona scomparsa può stabilire regole diverse per la ripartizione dei debiti. Ad esempio, può fare in modo che tutti gli eredi siano responsabili insieme, o limitare l’obbligo solo a alcuni di loro. Queste regole valgono solo tra gli eredi, mentre la posizione dei creditori rimane sempre legata alle loro quote ereditarie, senza possibilità di eccezioni.

Come pagare eventuali debiti inaspettati?

Ritrovarsi con debiti ereditati, che possono essere anche cospicui, è quindi una possibilità reale, e può incidere in modo significativo sulle proprie condizioni economiche.

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