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Il saldo e stralcio dei debiti rappresenta una possibilità, da parte del debitore, di chiudere il debito totale offrendo al creditore una somma inferiore rispetto al debito complessivo.

Cos’è il saldo e stralcio debiti?

Il saldo e stralcio è una procedura utilizzata quando un debitore ha dimostrato di non essere in grado di pagare l’intero debito dovuto al creditore. In questa situazione, il creditore può decidere di accettare un pagamento parziale o inferiore a quanto dovuto, o di “stralciare” una parte del debito, considerandolo cancellato.

In altre parole, il saldo e stralcio si verifica quando un creditore decide di chiudere un debito, accettando un importo inferiore a quanto dovuto. Questo può avvenire in casi in cui il creditore ritiene che il recupero dell’intera somma sarebbe difficile o improbabile.

La procedura di saldo e stralcio richiede generalmente una negoziazione tra il creditore e il debitore per stabilire l’importo finale da pagare. Una volta raggiunto un accordo, il debitore effettua il pagamento concordato e il credito rimanente viene considerato estinto.

Quali sono i debiti che rientrano nel saldo e stralcio?

I debiti che possono rientrare nel saldo e stralcio sono molteplici e possono includere importi non saldati verso:

  • banche e istituti finanziari: prestiti, mutui, acquisti svolti con carte di credito
  • fornitori e aziende private: fatture non pagate oppure contratti non onorati
  • fisco e previdenza: cartelle esattoriali, debiti con l’Agenzia delle Entrate. In questo caso si parla di rottamazione
  • condomini: è il caso delle quote condominiali arretrate.

Non è invece possibile fare domanda di saldo e stralcio per tutti i debiti che possono derivare dal TFR, da un rapporto di lavoro o, infine, debiti nei confronti della pubblica amministrazione.

Proposta saldo e stralcio a rate

È quindi possibile una rateizzazione del debito che contempli anche lo stralcio. È questo il caso del saldo a stralcio a rate. In questa eventualità il debitore propone al creditore, o ai creditori, un accordo in base al quale si impegna a restituire un importo inferiore rispetto al debito complessivo attraverso una quantità di rate che devono essere concordate.

Questa variazione del saldo e stralcio è possibile a partire da una proposta di legge del 2019, e va specificato come non preveda una rapida cancellazione, dalla CRIF, come cattivo pagatore, né permette l’annullamento di pignoramenti, se sono in corso. La cancellazione, come sarà specificato a breve, avviene soltanto quando si ha il saldo dell’ultima rata, come da accordi.

A stabilire le percentuali per il saldo e stralcio rateizzato è l’ISEE della persona che si trova in una condizione di debito. Le percentuali vanno da un minimo del 10% ad un massimo del 35%, e non prevedono pagamenti di mora né interessi. Se, ad esempio, un debitore ha ISEE fino a 8.500 euro, può essere rimborsato il 16% del debito complessivo, con un ISEE fino a 20.000 euro, il rimborso previsto è del 20%.

Cancellazione CRIF dopo saldo e stralcio

La cancellazione dalla CRIF come cattivo pagatore avviene solo dopo in seguito il saldo dell’ultima rata concordata. Ma con quali tempi effettivi avviene? C’è un primo limite massimo da tenere presente. In linea generale, a partire dalla scadenza del contratto, il tempo massimo per la segnalazione come cattivo creditore è di 5 anni. Dopo questa data, la cancellazione è automatica.

Ci sono poi diverse tempistiche, che variano in base alla gravità degli importi non pagati:

  • 12 mesi quando le rate sono al massimo 2, e si ha poi il saldo del debito
  • 24 mesi quando si hanno 3 rate non pagate o più di 3 rate
  • 36 mesi quando a scadenza naturale del contratto il debito non risulta saldato.

Come funziona il saldo e stralcio?

Facciamo un esempio. Un’azienda di servizi che ha fornito servizi di pulizia a Paolo, per un importo complessivo di 1.500 euro. Paolo si trova in difficoltà finanziarie e non è in grado di saldare l’intera somma in un’unica soluzione.

L’azienda di servizi di pulizia e Paolo decidono di procedere con un accordo di saldo e stralcio. Paolo propone di pagare 800 euro per risolvere la situazione. L’agenzia accetta l’offerta di Paolo di pagare 800 euro come pagamento finale del debito. Si scrive un accordo che conferma l’accettazione del pagamento di 800 euro come saldo finale tra l’azienda di pulizia e Paolo.

Una volta ricevuto il pagamento di 800 euro da parte di Paolo, l’agenzia di pulizie rilascia una ricevuta e dichiara il debito risolto. Scongiurando anche una possibile segnalazione in CRIF.

Quando si può chiedere il saldo e stralcio?

La richiesta di saldo e stralcio può essere fatta quando un debito non viene più regolarmente pagato. Pertanto, non è possibile fare domanda di saldo e stralcio se il finanziamento è in regolare corso di pagamento o presenta solo poche rate arretrate.

Prima di avviare la negoziazione con la banca o la finanziaria per un saldo e stralcio, è opportuno che il debitore disponga della somma offerta.

Quale offerta proporre al creditore?

La legge non prevede un importo minimo per l’attivazione del saldo e stralcio, sia in valore assoluto che in termini percentuali. Tuttavia, si può indicare il 40% come soglia di riferimento: proposte al di sotto del 40% del debito difficilmente sono accettate.

Quando il debitore deve piccoli importi, è preferibile proporre un pagamento in un’unica soluzione invece che rateizzato. Se invece il saldo e stralcio viene chiesto per un mutuo, di solito sono accettate domande che prevedano la restituzione del debito compresa tra il 50% e l’80% dell’importo complessivo.

Se, infine, l’importo è particolarmente consistente, nella domanda di saldo e stralcio è possibile proporre un piano di rientro rateizzato.

Come agire se la domanda di saldo e stralcio viene rifiutata?

Non è detto, purtroppo, che la domanda di saldo e stralcio sia accettata. È infatti possibile che la banca o la finanziaria rifiutino la domanda e facciano una controproposta: aumentando ad esempio l’importo complessivo da restituire e proponendo un numero più basso di rate. È altrettanto possibile che la domanda sia rigettata senza alcuna controproposta.

In una simile eventualità come estinguere i propri debiti? Sono possibili diverse soluzioni. Il debitore insolvente può ricorrere alla legge sul sovraindebitamento, legge n.3 del 2012; si può ricorrere anche al consolidamento debiti, che consiste nella richiesta di un ulteriore prestito con il quale gestire la propria sofferenza economica.

In realtà la soluzione migliore, ovvero più pratica ed efficace, risulta essere quella di rivolgersi a dei professionisti specializzati nella negoziazione del debito. È questo il caso delle società di riparazione del credito che offrono soluzioni finanziarie per estinguere i debiti.

Per sapere se si dispongono dei requisiti per entrare nel programma di Bravo, è sufficiente prenotare una prima consulenza.

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