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I tassi di interesse rappresentano uno degli aspetti più importanti da considerare quando si richiede un prestito o un mutuo. Comprendere come funzionano e quali sono le differenze tra le varie tipologie può aiutare a fare scelte finanziarie più consapevoli e vantaggiose. In questo articolo verranno analizzati in dettaglio i tassi di interesse, le loro caratteristiche e come vengono calcolati.

Che cosa sono esattamente i tassi di interesse?

I tassi di interesse rappresentano il costo del denaro preso in prestito espresso in percentuale sull’importo totale. In pratica, quando si richiede un finanziamento, il tasso di interesse è ciò che si paga alla banca o all’istituto finanziario come compenso per il prestito ricevuto.

Nel caso dei mutui e dei prestiti personali, il tasso di interesse determina quanto si dovrà pagare oltre alla somma ricevuta. Ad esempio, se si ottiene un mutuo di 100.000€ con un tasso di interesse del 3% annuo, ogni anno si pagheranno 3.000€ di interessi (oltre alla quota di capitale da restituire).

I tassi di interesse vengono influenzati da numerosi fattori, tra cui le politiche della Banca Centrale Europea, l’inflazione, la durata del finanziamento e il profilo di rischio del cliente.

Quanti tipi di tassi di interesse esistono?

Nel mondo dei finanziamenti esistono diverse tipologie di tassi di interesse, ciascuna con caratteristiche specifiche:

  • per i mutui immobiliari, i tassi di interesse possono essere fissi, variabili, variabili con CAP o misti. La scelta dipende dalla propensione al rischio e dalle aspettative sull’andamento futuro dei mercati finanziari. Come sarà approfondito in seguito
  • per i prestiti personali, invece, si parla principalmente di tassi fissi, che offrono maggiore prevedibilità nelle rate mensili. I prestiti personali hanno generalmente tassi più alti rispetto ai mutui, poiché non sono garantiti da un bene immobile.
  • i prestiti finalizzati, come quelli per l’acquisto di auto o elettrodomestici, presentano spesso tassi agevolati, talvolta anche a zero, come strategia commerciale per incentivare l’acquisto.
  • i finanziamenti per le imprese, infine, presentano tassi variabili in base alla solidità finanziaria dell’azienda, alla durata del prestito e alle garanzie offerte.

I tassi di interesse di un mutuo

Quando si parla di mutui, esistono quattro principali tipologie di tasso:

  • tasso fisso: rimane invariato per tutta la durata del mutuo. Scegliendo questa opzione, si saprà esattamente quanto si pagherà ogni mese, indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato. È ideale per chi cerca sicurezza e prevedibilità, anche se generalmente parte da un livello più alto rispetto al tasso variabile
  • tasso variabile: cambia nel tempo in base all’andamento degli indici di riferimento del mercato (come l’Euribor). Con questa opzione le rate possono aumentare o diminuire, rendendo meno prevedibili i costi mensili. È generalmente più conveniente del tasso fisso nei periodi di stabilità economica con tassi in discesa.
  • tasso variabile con CAP: è un tasso variabile che prevede però un tetto massimo (CAP) oltre il quale non può salire. Offre quindi una protezione contro aumenti eccessivi, pur permettendo di beneficiare di eventuali riduzioni del tasso.
  • tasso misto: consente di passare dal tasso fisso al variabile (o viceversa) a scadenze predefinite nel contratto. È una soluzione che combina flessibilità e sicurezza, permettendo di adattare il mutuo alle esigenze personali e alle condizioni di mercato.

TAN e TAEG: cosa sono e a cosa servono?

Quando si valuta un finanziamento, è fondamentale considerare due indicatori chiave:

  • TAN (Tasso Annuo Nominale): rappresenta l’interesse puro applicato al prestito, espresso in percentuale annua. Non include spese accessorie o commissioni e per questo non riflette il costo totale del finanziamento.
  • TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): è l’indicatore più completo, poiché include, oltre agli interessi, anche tutte le spese obbligatorie legate al finanziamento (spese di istruttoria, di incasso rata, assicurazioni obbligatorie, ecc.). Il TAEG è sempre più alto del TAN e rappresenta il vero costo complessivo del prestito.

Per legge, il TAEG deve essere sempre indicato in maniera chiara in ogni proposta di finanziamento, proprio per permettere ai consumatori di confrontare facilmente diverse offerte e scegliere quella realmente più conveniente.

Quando si confrontano diverse proposte di finanziamento, è sempre consigliabile basarsi sul TAEG piuttosto che sul TAN, perché offre un quadro più realistico del costo totale da sostenere. Un prestito con un TAN basso ma con alte spese accessorie potrebbe risultare più costoso di uno con un TAN leggermente più alto ma con minori costi aggiuntivi.

Come si calcola il tasso di interesse per un prestito?

Quando si ha a che fare con un prestito con interessi a tasso fisso, è possibile applicare una formula piuttosto semplice per calcolarne l’interesse effettivo:

  • Capitale X Tasso X Tempo / 100, quando il tempo viene espresso in anni
  • Capitale X Tasso X Tempo / 1200, quando il tempo viene espresso in mesi
  • Capitale X Tasso X Tempo / 365, quando il tempo è espresso in giorni.

Se si è ricevuto un prestito di 50.000 euro, con un tasso fisso del 4% e una durata del prestito di 24 mesi, si può svolgere questo calcolo:

  • 50.000 X 4% X 24 / 1200 = 4.000.

4.000 euro è il costo effettivo del prestito. La Banca d’Italia mette a disposizione un calcolatore del prestito personale online, per svolgere simili operazioni.

Come possiamo esserti utili?

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