Le società di recupero crediti sono realtà che lavorano per imprese e professionisti che devono riscuotere somme non pagate. Operano per conto di banche, finanziarie, aziende e pubbliche amministrazioni e gestiscono crediti in sofferenza attraverso:
- recupero stragiudiziale: in questa fase, l’obiettivo è risolvere la situazione in modo amichevole, evitando il ricorso al tribunale. Le società contattano il debitore tramite telefonate, lettere o visite domiciliari per sollecitare il pagamento. Spesso si cerca un accordo come un piano di rientro in rate, per facilitare il saldo del debito. È fondamentale agire rapidamente. I solleciti tempestivi aumentano le possibilità di recupero
- recupero giudiziale: se la fase stragiudiziale non porta risultati, si passa al recupero giudiziale. Solo avvocati abilitati possono intraprendere questa procedura, che può includere l’emissione di un decreto ingiuntivo e, se necessario, il pignoramento dei beni del debitore.
Le società di recupero crediti, pertanto, non possono avere avvocati dipendenti, ma spesso cercano di presentare il personale come laureati in giurisprudenza che non esercitano la professione. Questa attività è soggetta a rigide normative e limitazioni, ha come riferimento l’art 115 del TULPS.
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Società di recupero del credito cosa possono fare? La diffida di pagamento
Di base, le società di recupero crediti agiscono all’interno del quadro normativo indicato per far sì che i debitori assolvano gli impegni di restituzione del credito. Gli strumenti che queste società adoperano sono:
- messa in mora, una comunicazione formale per informare ufficialmente del ritardo o dell’inadempimento nei pagamenti. La messa in mora interrompe di fatto la prescrizione del debito
- diffida di pagamento, in cui il creditore richiede al debitore di pagare la somma di denaro indicata
- decreto ingiuntivo, un atto giuridico emesso dal tribunale. Può essere richiesto quando il debitore non risponde alla messa in mora o continua a essere inadempiente nel pagamento
- atto di precetto viene emesso da un ufficiale giudiziario e ha lo scopo di intimare al debitore il pagamento del debito entro un termine stabilito
- pignoramento mobiliare o immobiliare. Entrambe procedure legali con cui un creditore può ottenere il pagamento di un debito attraverso la vendita forzata di beni mobili o immobili del debitore.
Le società di recupero crediti possono operare in base a un mandato generale o acquisendo i diritti tramite cessione del credito. Se il debitore è collaborativo si può concordare un pagamento agevolato, altrimenti si procede con una lettera di messa in mora.
Recupero crediti, cosa non possono fare?
Una società di recupero crediti non può compiere diverse azioni, che costituirebbero violazioni della legge e della privacy dei debitori:
- non è permesso minacciare il debitore o fare riferimento all’invio dell’ufficiale giudiziario in modo intimidatorio
- nessuna visita a domicilio è consentita senza appuntamento concordato.
- è vietato seguire o appostarsi vicino al debitore: potrebbe configurarsi come stalking
- non si possono affiggere pubblicamente solleciti o inviarli in modo ingannevole.
- il numero di telefono non può essere ottenuto tramite terzi senza consenso
- è illegale coinvolgere o contattare amici, colleghi o familiari nella situazione debitoria
- in presenza di minori, il contatto con il debitore deve essere evitato
- le telefonate possono essere registrate solo se viene informato il destinatario
- i dati personali devono essere utilizzati solo se pertinenti alla pratica e gestiti nel rispetto della privacy.
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Cosa succede se non pago il recupero crediti?
In nessuna circostanza, e per nessuna ragione, una società di recupero crediti è titolata al pignoramento dei beni del debitore. Compito di queste società è infatti il sollecito al versamento, o al pagamento, delle rate che risultano essere scadute e non pagate.
Le società di recupero crediti, infatti, agiscono soltanto in ambito stragiudiziale, non hanno quindi alcun titolo per compiere azioni, su mandato del creditore, in Tribunale. Se in seguito alle comunicazioni di una società di recupero crediti il debitore continua a non pagare le rate dovute, è solo il creditore che può decidere se agire legalmente o meno. In una certa misura è anche possibile per il debitore non rispondere alle telefonate di una società di recupero credito.
Altro discorso sono le comunicazioni che arrivano da parte del creditore: è opportuno infatti ritirare le raccomandate, con ricevuta di ritorno, che il creditore invia. Le telefonate del recupero crediti non costituiscono atti formali, ma possono avere valore probatorio in alcune circostanze, specialmente se registrate con consenso o se documentano tentativi di comunicazione.
Recupero crediti: come rispondere
Verifica sempre la correttezza del debito richiedendo la documentazione, rispondi preferibilmente per iscritto e conserva tutte le comunicazioni. Se possibile, cerca un accordo di pagamento sostenibile. Rifiuta contatti molesti o non conformi alla legge e, in caso di dubbi o abusi, rivolgiti a un avvocato o a un’associazione di consumatori per tutelare i tuoi diritti.
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