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Le società di recupero crediti si occupano della riscossione di debiti che non risultano essere stati pagati. Hanno tuttavia dei vincoli ben precisi, imposti dalla legge. Scopriamo quali sono e in che modo possiamo tutelarci.

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Cos’è una società di recupero del credito?

Le società di recupero crediti agiscono per il recupero di debiti non pagati, e solitamente operano per conto di privati o di uffici pubblici. Nella maggior parte delle circostanze, le banche o le finanziarie si affidano a queste agenzie per gestire un alto volume di debitori.

Queste società, in termini più formali, sono specializzate nella gestione di crediti in sofferenza, principalmente per conto di realtà quali banche, finanziarie e grandi società telefoniche. Svolgono una attività di recupero stragiudiziale e contattano debitori per mezzo di:

  • telefonate
  • lettere
  • visite esattoriali. 

Per intraprendere l’attività di recupero crediti, è necessario rispettare i requisiti legali, e solo gli avvocati abilitati possono svolgere tale ruolo. La qualifica di avvocato consente loro di avviare autonomamente il recupero crediti giudiziale, ma impone il divieto di essere dipendenti di società di recupero crediti.

Le società di recupero crediti, pertanto, non possono avere avvocati dipendenti, ma spesso cercano di presentare il personale come laureati in giurisprudenza che non esercitano la professione. Questa attività è soggetta a rigide normative e limitazioni, ha come riferimento l’art 115 del TULPS

Come agisce un agente del recupero crediti?

Sono tre i passaggi con cui il lavoro di un agente del recupero crediti prende avvio:

  • raccolta informazioni in merito al debitore. Si tratta di informazioni anche molto concrete, come ad esempio il luogo in cui vive il debitore, dove lavora, a quanto ammonta lo stipendio e possibili altre forme di guadagno. L’obiettivo è profilare finanziariamente il debitore
  • comunicazioni per telefono e per posta. Sono le prime forme di comunicazione. Le telefonate devono essere effettuate secondo quanto stabilisce il diritto alla privacy, con giorni e orari stabiliti proprio dal Garante della privacy
  • solleciti di persona, che avvengono al domicilio del debitore e sempre nel rispetto della privacy. Importante, in questa eventualità, che gli ispettori si qualifichino chiaramente e in modo inequivocabile. Da parte sua, il debitore ha diritto di non far accedere alla propria casa questi ispettori.

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Società di recupero del credito cosa possono fare? La diffida di pagamento

Di base, le società di recupero crediti agiscono all’interno del quadro normativo indicato per far sì che i debitori assolvano gli impegni di restituzione del credito. Gli strumenti che queste società adoperano sono:

  • messa in mora, una comunicazione formale inviata da un creditore a un debitore per informarlo ufficialmente del ritardo o dell’inadempimento nei pagamenti. La messa in mora interrompe di fatto la prescrizione del debito
  • diffida di pagamento, in cui il creditore richiede al debitore di pagare la somma di denaro indicata
  • decreto ingiuntivo, un atto giuridico emesso dal tribunale. Può essere richiesto quando il debitore non risponde alla messa in mora o continua a essere inadempiente nei pagamento
  • atto di precetto viene emesso da un ufficiale giudiziario e ha lo scopo di intimare al debitore il pagamento del debito entro un termine stabilito
  • pignoramento mobiliare o immobiliare. Sono entrambe procedure legali con cui un creditore può ottenere il pagamento di un debito attraverso la vendita forzata di beni mobili o immobili del debitore.

L’attività di recupero dei crediti, è fondamentale indicarlo, deve avvenire sempre nel rispetto della dignità del debitore, della sua privacy e della legge.

Gli agenti di riscossione del recupero crediti sono soggetti privati senza poteri giudiziari, incaricati di riscuotere debiti. Non possono adottare comportamenti offensivi o violenti. Se si presentano come ufficiali giudiziari senza autorizzazione, sono passibili di reato per “violazione di domicilio.”

Le società di recupero crediti possono operare in base a un mandato generale o acquisendo i diritti tramite cessione del credito. Con un mandato generale, la società agisce per conto del creditore, seguendo un procedimento che inizia con la comunicazione dei dettagli del debito. Se il debitore è collaborativo, si può concordare un pagamento agevolato; altrimenti, si procede con una lettera di messa in mora.

La lettera di messa in mora interrompe la prescrizione e deve contenere informazioni specifiche. Se il debitore paga, la società restituisce la percentuale al creditore. Se invece il debitore persiste nel non pagare, la società restituisce la gestione del credito al creditore, che può decidere di rinnovare il mandato, rivolgersi a un’altra società, intraprendere azioni legali o rinunciare al credito.

Recupero crediti, cosa non possono fare? 

Una società di recupero crediti non può compiere diverse azioni, che costituirebbero violazioni della legge e della privacy dei debitori. Innanzitutto, non può minacciare le persone in caso di ritardati pagamenti né minacciare di inviare l’ufficiale giudiziario.

La società non ha il diritto di presentarsi al domicilio del debitore senza un appuntamento precedentemente concordato.

Non è poi consentito compiere appostamenti o seguire le persone, perché sarebbe reato di stalking. Gli avvisi di mora non possono essere affissi pubblicamente o inviati in modo ingannevole, e la società non può reperire il numero di telefono di una persona da soggetti terzi violando la sua privacy.

Tra le altre azioni che non possono essere eseguite per legge, è vietato parlare con persone diverse dall’interessato, coinvolgendo amici e parenti nella situazione debitoria. In presenza di minori, la società non può avvicinare l’interessato, per tutela dei minori stessi.

Qualsiasi registrazione di chiamate deve essere comunicata e autorizzata, altrimenti costituisce una violazione. La gestione di dati personali deve limitarsi a quelli strettamente necessari per la posizione debitoria, e va evitata qualsiasi altra manipolazione di dati che violi la privacy del debitore.

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Cosa succede se non pago il recupero crediti?

Un aspetto che non viene mai sottolineato abbastanza è il seguente: in nessuna circostanza, e per nessuna ragione, una società di recupero crediti è titolata al pignoramento dei beni del debitore. Compito di queste società è infatti il sollecito al versamento, o al pagamento, delle rate che risultano essere scadute e non pagate.

Le società di recupero crediti, infatti, agiscono soltanto in ambito stragiudiziale, non hanno quindi alcun titolo per compiere azioni, su mandato del creditore, in Tribunale. Se in seguito alle comunicazioni di una società di recupero crediti il debitore continua a non pagare le rate dovute, è solo il creditore che può decidere se agire legalmente o meno.

In una certa misura, è anche possibile per il debitore non rispondere alle telefonate di una società di recupero credito. Altro discorso sono le comunicazioni che arrivano da parte del creditore: è opportuno infatti ritirare le raccomandate, con ricevuta di ritorno, che il creditore invia. Le telefonate del recupero crediti non hanno alcun valore legale; le comunicazioni a mezzo raccomandata, sì.

Recupero crediti: come difendersi

Come difendersi dal recupero crediti? Esistono da tempo ormai le società di riparazione del credito, che si occupano di aiutare i propri clienti a gestire e risolvere situazioni di sovraindebitamento.

Bravo è una società di riparazione del credito che da oltre 14 anni, si distingue per aver risolto complessivamente 350.000 situazioni di indebitamento, effettuato 46.000 consulenze in Italia e preso in carico più di 8.000 persone nel nostro paese.

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